L’amore secondo Dalva

di Emmanuelle Nicot

con Zelda Samson, Alexis Manenti, Fanta Guirassi
Francia/Belgio 2022, 83′

Orari

ven 12 mag (15.30 – 21.00)
sab 13 mag (18.00)
dom 14 mag (15.30 – 21.00)
lun 15 mag (18.00)

Trama

Premio per la migliore interpretazione (Zelda Samson) e premio FIPRESCI alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2022

Dalva ha dodici anni e si sente una donna, non una bambina: è quanto ripete agli assistenti sociali dopo l’arresto del padre, di cui si dichiara innamorata malgrado l’uomo abbia abusato di lei. Sarà grazie a una casa famiglia e all’amicizia di una coetanea che Dalva lentamente imparerà a guardare il mondo da una prospettiva diversa.

Con due premi vinti a Cannes e le ovazioni della critica internazionale, “L’amore secondo Dalva” è uno degli esordi più dirompenti della stagione, un film di straordinario impatto emotivo che ha rivelato il talento della regista Emmanuelle Nicot e della giovanissima protagonista Zelda Samson. Nicot affronta una materia incandescente con originalità ed empatia, raccontando un percorso di formazione difficile ma a suo modo entusiasmante, in cui non mancano momenti di ironia e tenerezza.
“L’idea del film nasce da un insieme di spunti diversi. Innanzitutto ci sono i temi dell’influenza e del controllo, che per me sono molto importanti. Inoltre, durante le riprese del mio ultimo cortometraggio, ho passato molto tempo in un centro di prima accoglienza per adolescenti: una cosa che mi ha colpito è che tutti i bambini e i ragazzi che erano lì per comprovati abusi in famiglia continuavano in ogni caso a stare dalla parte di quest’ultima, sostenendo che il sistema giudiziario sbagliasse a tenerli in un centro. Due di questi ragazzini li ho seguiti per anni, arrivando a scoprire il loro viaggio dall’idea di separazione dalla famiglia a quella di vera e propria “liberazione”. Dalva è completamente sotto l’influenza del padre, fino a quando questo non viene arrestato. Scopriamo infatti che non è mai andata a scuola, che è cresciuta senza la presenza della madre e senza riferimenti con il mondo esterno. Per far fronte a questa situazione Dalva si è rifugiata in una negazione estremamente potente, raccontando a se stessa che lei e suo padre vivono una storia d’amore che nessuno può capire. Dalva ha interiorizzato l’idea che è in quel luogo e con quell’aspetto, vestendosi e truccandosi come la donna da cui il padre è stato abbandonato, che può ottenere l’amore di quest’ultimo. Per mantenere questo amore, di cui ha un vitale bisogno – dal momento che non riceve amore da nessun altro – non ha mai messo in discussione questa situazione. Quando abbiamo iniziato il casting per trovare la protagonista, Zelda Samson ha subito attirato la mia attenzione. Aveva 11 anni all’epoca e si esprimeva con un vocabolario molto avanzato per la sua età. Spiegava di voler diventare un’astrofisica, lavorare sulla materia oscura, e immaginava di vincere il Nobel! Sembrava straordinariamente matura. Aveva anche fiducia in se stessa, forza, qualcosa di sfacciato nell’atteggiamento e un viso incredibilmente fotogenico. Ho capito subito di aver trovato Dalva”.
(Emmanuelle Nicot)